martedì 19 febbraio 2013

Perché è importante votare Jean-Pierre Guichardaz e Patrizia Morelli


Manca meno di una settimana alle elezioni per il rinnovo del Parlamento nazionale e sembra mancare la convinzione che, questa volta, la vittoria del centrosinistra è possibile, così com'è possibile dare al Paese un governo stabile che possa fare le riforme, uscire da questa crisi economica e dal ventennio berlusconiano.
Manca la convinzione che siamo davvero ad un passaggio storico decisivo.
Sebbene non pubblicabili, su internet si trovano diversi siti di informazione che ci fanno capire la tendenza del voto secondo i sondaggi più recenti. Tutti concordano su questi punti.


  1. Alla Camera dei Deputati, dove il premio di maggioranza viene assegnato al partito o coalizione che prende anche un solo voto in più del secondo/a, è in vantaggio Bersani e lo è di un margine tale (circa 5/6 punti percentuali) che consente di ritenere pressoché certa una sua vittoria;
  2. Al Senato della Repubblica, dove il premio di maggioranza viene assegnato su base regionale, lo scenario non è così in bilico come lo si vuole dipingere. Sulle 19 regioni italiane (tralasciamo un attimo la nostra) ben 15 sono accreditate al centrosinistra, una al centrodestra (Veneto) e tre in bilico (Lombardia, Sicilia e Campania). 
  3. In questi ultimi giorni di campagna elettorale però si sta delineando uno scenario abbastanza chiaro che vede il centrosinistra come unica coalizione in grado di vincere e di governare il Paese. Infatti non solo può conquistare le regioni in bilico, ma sembra che si riapra anche la partita in Veneto. In questa regione avanza inesorabilmente Grillo ai danni del centrodestra e della Lega in particolare con il risultato che Grillo potrebbe avvantaggiare il centrosinistra togliendo consensi a destra.
  4. Nella corsa alla Regione Lombardia sembra che il candidato del centrosinistra Ambrosoli ora sia in vantaggio anche se di un solo punto percentuale nei confronti di Maroni. Indicazione importante perché prima del black-out dei sondaggi la situazione era esattamente rovesciata e questo trend positivo può avere ricadute altrettanto positive anche per il Senato in questa regione.


Lo scenario che ho delineato sopra porta a ritenere che la coalizione di centrosinistra, guidata da Bersani, abbia tutte le carte in regola per giocarsi la vittoria, non solo alla Camera, ma anche e soprattutto al Senato con la prospettiva di dare un governo stabile al nostro Paese per i prossimi 5 anni.
E nella sfortunata ipotesi che il centrosinistra non abbia una chiara maggioranza al Senato difficilmente si potrà indicare un Presidente del Consiglio diverso da Bersani. Potrebbe un Monti o un qualsiasi altro candidato anche istituzionale governare un parlamento in cui il centrosinistra è maggioranza assoluta alla Camera e maggioranza relativa al Senato?

E qui in Valle d'Aosta?
Valgono alcune considerazioni molto semplici.

  1. L'accordo che i candidati della coalizione "per la Valle d'Aosta" Guichardaz e Morelli hanno sottoscritto con Bersani si sta rivelando la mossa vincente: appurato che il candidato premier del centrosinistra sarà molto probabilmente il prossimo Presidente del Consiglio, una delle prime mosse che i nostri candidati potranno fare è costituzionalizzare il principio dell'intesa per difendere, in futuro, la nostra autonomia. E saranno gli unici a poterlo fare!
  2. I candidati della maggioranza regionale si presenteranno a Roma (sempre se riusciranno ad essere eletti) senza nessun accordo, con un Parlamento in cui in un ramo ci sarà sicuramente una larga maggioranza tra PD e SEL e nell'altro ramo, se non ci sarà una chiara maggioranza di centrosinistra Bersani ha già chiarito che cercherà di convergere su alcune riforme fondamentali con Monti (che, ricordiamo, è accreditato di circa 30/35 senatori) creando così una maggioranza tale da rendere inutile una qualsiasi trattativa con un singolo senatore come avvenne nella legislatura 2006/2008. Ancora una volta, l'accordo firmato da Guichardaz e Morelli con Bersani in cui al primo posto è stato inserito il principio dell'intesa tornerà utile: nel caso in cui il centrosinistra debba stringere un accordo con Monti per poter governare, la nostra autonomia sarà salvaguardata proprio da quell'accordo. Non più un Monti come tecnico in emergenza e sostenuto da una maggioranza trasversale che approva norme anche in contrasto con il nostro Statuto, ma avremo un Presidente del Consiglio come Bersani che, grazie all'accordo, contratterà con i parlamentari valdostani le questioni che ci riguardano. Peraltro questo modo di rapportarsi con lo Stato è estraneo alla concezione dell'attuale maggioranza che, in questa legislatura, pur avendo espresso il Senatore Fosson ha trattato le questioni più importanti (es. l'accordo sul federalismo fiscale) direttamente tra il Presidente della Giunta e il Governo, scavalcando palesemente le funzioni dei parlamentari valdostani. 
  3. Ancora più inutile il voto al candidato dell'UVP, Laurent Viérin. Anch'egli, come i candidati espressi dalla maggioranza si presenta senza accordo con nessun candidato premier (peraltro aveva poca scelta essendosi Bersani già impegnato con Guichardaz e Morelli e avendo dichiarato Viérin che mai avrebbe sostenuto Berlusconi o Monti. Rimanevano solo Grillo e Ingroia....) ma a differenza dei primi si presenta pure da solo alla Camera. Utilità? nessuna. Scenario ipotetico 1: alla Camera vince Viérin e al Senato vince Lanièce. Risultato? alla Camera il nostro rappresentante è ininfluente sia perché a maggioranza di centrosinistra, sia perché non potrà vantare alcun accordo con Bersani. Al Senato pure, non potendo vantare alcun accordo e avendo un solo voto da far pesare il nostro rappresentante non verrebbe neppure preso in considerazione. Scenario ipotetico 2: Viérin vince alla Camera e Morelli vince al Senato. In questo caso avremmo comunque un candidato valdostano che può far valere l'accordo con Bersani (Morelli), ma sarà in ogni caso la coalizione "per la Valle d'Aosta" ad avere un rapporto chiaro e lineare con lo Stato per il tramite della Senatrice e del partito che qui in Valle rappresenta Bersani, cioé il PD.
  4. A cosa serve la candidatura dell'UVP? quale utilità potrà eventualmente avere per la Valle d'Aosta il suo candidato a Roma? Io credo che nell'eventualità che venga eletto non avrà alcun ruolo strategico nello scenario sopra descritto, risultando la candidatura utile solamente a contarsi in vista delle elezioni regionali
Non facciamoci quindi prendere dall'emotività. Dobbiamo essere coscienti delle difficoltà ma consapevoli che la vittoria è a portata di mano e che solo votando la lista "per la Valle d'Aosta" sia alla Camera sia al Senato possiamo contribuire anche noi valdostani alla vittoria del centrosinistra!