martedì 30 aprile 2013

Istruzione di eccellenza legata al territorio



Negli ultimi vent'anni le due riforme più importanti dell’Università (l’introduzione dell’autonomia universitaria ed il modello 3+2) hanno prodotto una notevole espansione dell’offerta universitaria, alla quale ha contribuito in maniera determinante una domanda crescente di istruzione universitaria proveniente dai diplomati della scuola secondaria, così come la pressione degli enti locali, che consideravano motivo di prestigio avere l’Università sotto casa. Ma l’aumento dell’offerta universitaria e il conseguente aumento di iscritti all'Università non si è tradotto in un complessivo aumento di laureati, segno evidente che ancora oggi esistono troppi abbandoni e il modello 3+2 ha finito con il creare un livello di laurea, quello triennale, poco spendibile perché non ritenuta particolarmente formativa dalle imprese.
Sostanzialmente ciò che è avvenuto anche in Valle d’Aosta.
Mi domando: ha senso in un contesto di recessione, con tagli ingenti al bilancio pubblico investire oltre 100 milioni di euro per costruire un campus universitario senza sapere come riempirlo di contenuti e per circa 1.200 studenti, tanti quanti un qualsiasi liceo di una grande città?
Che senso ha mettere in piedi un'università che non potrà mai avere dimensioni tali da poter svolgere una vera ricerca?
Nell'ottica della creazione di un modello di sviluppo distrettuale non è forse più utile, per la Valle d’Aosta, investire in scuole di specializzazione che possano favorire l’apprendistato mediante uno stretto legame con le imprese sul territorio?
Si potrebbe introdurre la formazione tecnica universitaria sul modello delle scuole di specializzazione tedesche, le cosiddette Fachhochschule. In Germania ne esistono moltissime e coprono più o meno tutte le professioni, dal design all'economia agraria alla tecnica ingegneristica. Erogano esclusivamente titolo di studi equiparati alle nostre lauree triennali.
L'Università della Valle d'Aosta, insieme ad un numero di imprese localizzate sul territorio dovrebbe istituire dei corsi di laurea sotto forma di apprendistato. Lo studente/lavoratore acquisisce metà dei crediti del corso in azienda e l'altra metà nell'Università. Sia le imprese, sia l'Università mettono a disposizione un tutor che segue gli studenti sia in azienda, sia in Università.
Il giovane sarà impiegato nell'azienda con un contratto di apprendistato della durata del corso di laurea (triennale) e l'impresa non avrà l'obbligo al termine di assumere lo studente/lavoratore.
In questo modo si creano dei percorsi privilegiati di formazione professionale immediatamente spendibili nelle aziende del territorio e, insieme al canavese, si può creare un sistema distrettuale; un sistema cioè che leghi l'istruzione, le aziende e il territorio per creare lavoro.

lunedì 29 aprile 2013

Per edifici al risparmio


E' necessario cambiare.
Le grandi opere hanno in molti casi devastato il nostro territorio e assorbito ingenti risorse senza portare reali benefici. In periodi di riduzione delle risorse pubbliche occorre orientare meglio gli investimenti verso piccoli interventi che migliorino l'efficienza energetica degli edifici.
Questo per un duplice obiettivo: da un lato ridurre i consumi e migliorare la qualità ambientale e dall'altro creare un circuito virtuoso di piccoli artigiani e imprenditori specializzati nel settore.
Occorre istituire dei fondi di rotazione con i quali incentivare interventi di risparmio energetico (finestre più performanti, cappotto all’edificio, pannelli fotovoltaici o solari sui tetti, caldaie a condensazione, ecc..). Con il risparmio ottenuto il singolo privato può ripagarsi l'intervento nell'arco di 7/10 anni.
Creiamo un circuito virtuoso!