martedì 28 maggio 2013

Due veloci considerazioni sul voto (elezioni regionali 2013)


Ora, a mente fredda e dopo essermi riposato, due considerazioni conclusive sul voto si possono fare.
Le elezioni politiche del 24/25 febbraio ci avevano regalato un quadro politico alquanto frammentato con 10 liste alla Camera dei Deputati e 9 liste al Senato della Repubblica.
Le recenti elezioni regionali sembravano prospettarci una nuova frammentazione del quadro politico con 9 liste presenti alla competizione elettorale, ma soltanto sei (come nella passata consiliatura) hanno superato la soglia di sbarramento e conseguito almeno due consiglieri.
Il nuovo Consiglio Regionale si presenta differente dal vecchio, sia sotto il profilo degli eletti, sia sotto il profilo della composizione politica.
Dal primo punto di vista più della metà dei consiglieri sono nuovi, sono persone giovani e competenti che porteranno sicuramente una ventata di novità a Palazzo Regionale.
Dal secondo punto di vista la novità più importante è data dall'assenza di una forza del centrodestra in consiglio regionale. Conseguentemente l'asse della politica valdostana torna a spostarsi verso il centrosinistra dopo una consiliatura in cui, invece, l'alleanza tra le forze di maggioranza e il PdL aveva impresso una svolta a destra.
Anche questa volta solo due partiti "nazionali" entrano in Consiglio (M5S e PD sinistra VDA) ma complessivamente solo 5 consiglieri su 35 appartengono a partiti nazionali...
E' questo un dato su cui riflettere perché la progressiva scomparsa dei partiti nazionali dalla scena valdostana è, per me, preoccupante.

Di più. Se sommiamo i voti dell'UV e dell'UVP abbiamo la bellezza di 20 consiglieri, a conferma che la scissione ha scalfito il monolite, ma di fatto ha consentito alle due formazioni di aumentare il consenso a scapito degli altri partiti. Ed è fin troppo evidente che gran parte del bottino di Federation sia transitato direttamene al'UV per il tramite di La Torre, mentre gran parte dell'elettorato del PdL è stato fagocitato dalla Stella Alpina e dall'Union, che ha lasciato fuoriuscire molti elettori verso UVP.

I Progressistes, infine, hanno pescato da UV, ma anche da ALPE e PD. Nel 2008 Renouveau e Valle d'Aoste vive totalizzarono oltre 9 mila voti, ai quali bisognerebbe aggiungere anche l'area degli ex Verdi confluiti tutti in Alpe che portano ad un bacino potenziale di oltre 10 mila voti.
Ne hanno totalizzati 8.900, imbarcando anche il presidente di Vallevirtuosa. Per effetto dei resti, però mantengono i cinque consiglieri.

E veniamo al PD.
Anche noi manteniamo i tre consiglieri, ma perdiamo in termini assoluti, rispetto al 2008, 439 voti. A questi però vanno aggiunti altri 6/700 voti persi dal PD e riportati alla lista da Rifondazione Comunista,  dai Socialisti, dall'Italia dei Valori, dal Centro Democratico, dall'Associazione Loris Fortuna, e da ValleVirtuosa.
In pratica perdiamo, come PD, oltre mille voti pur mantenendo il terzo consigliere.

Ci posizioniamo inoltre marcatamente a sinistra lasciando il campo libero per l'espansione dei partiti autonomisti diretti concorrenti nella nostra area (ALPE e UVP). Se guardiamo i primi 5 classificati nella lista del PD sinistra VDA, ci sono 4 rappresentanti (o ex rappresentanti) della CGIL e uno di Rifondazione Comunista. Tutte persone stimabilissime, ma l'area più centrista o moderata che dir si voglia sembra decisamente minoritaria in questo partito.
Ho il massimo rispetto per tutti i sindacati e della CGIL in particolare, ma credo che un partito debba mantenere una certa autonomia, anche di pensiero, dal sindacato. Se ci proponiamo come forza di governo dobbiamo saper dialogare con tutti, raccogliere le istanze che provengono dalla società civile e dai sindacati, ma non possiamo avere dei "tabou". La capacità di mediare tra le opposte istanze è l'essenza di un partito, e l'impressione che oggi il PD sia troppo schiacciato su posizione di una parte non è solo una sensazione.

Il PD (come peraltro sta facendo anche a livello nazionale) si stia chiudendo nel suo recinto e sta perdendo inesorabilmente consenso all'interno della società. Mentre io credo si debba aprire e debba cercare di contendere i voti al centro, verso l'ALPE e l'UVP che sono i nostri alleati ma anche i diretti concorrenti nella ricerca del voto, e perché no anche all'UV.

Infine due parole sul mio risultato personale.
Partendo insieme a tre amici, tutti a digiuno di politica (Souad BengouchachCamilla Mandatori e Nicolò Fracasso) e senza il sostegno del Partito abbiamo raccolto 458 preferenze arrivando ad una incollatura dal primo escluso (13 preferenze di scarto). Un risultato molto interessante per tutti e quattro che ci inorgoglisce e ci sprona a continuare e a fare meglio per il futuro, consapevoli che anche grazie ai nostri voti il PD ha mantenuto il 3° consigliere.

giovedì 23 maggio 2013

Appello al voto



E così siamo arrivati alla fine di questa stupenda avventura!
È stato massacrante ma è stata un'esperienza fantastica che mi ha permesso di girare la Valle in lungo e in largo e di conoscere moltissime persone!
Un grazie a tutti quelli che crederanno in me, un grazie a Souad, Camilla e Nicolò che hanno condiviso con gioia e passione quest'avventura.
Grazie ad Andrea e Vincenzo e Marco per il supporto preziosissimo!
Grazie a Piero, Stefano, Cristina, per il sostegno! Grazie a tutti per l'aiuto.
Vi chiedo un ultimo sforzo, anche se la stanchezza ormai inizia ad avere il sopravvento!

Infine un grazie di cuore a Manu, che mi ha incoraggiato, supportato, aiutato ed amato in questa campagna elettorale. 
Senza di lei non ce l'avrei mai fatta!

Diamo una sferzata insieme a questa Valle, votiamo PD sinistra VDA domenica 26 maggio!!

mercoledì 1 maggio 2013

Per un reddito minimo garantito


Malgrado le ripetute sollecitazioni provenienti dalle istituzioni comunitarie, l’Italia rimane uno dei pochissimi Paesi europei a non disporre di uno schema di reddito minimo.
La riforma del titolo V della Costituzione del 2001 ha delegato alle regioni la competenza esclusiva sulle materie assistenziali, riservando a Parlamento e Governo il compito di definire i livelli essenziali delle prestazioni. Il reddito minimo garantito dovrebbe essere incluso nei predetti livelli essenziali per garantire a tutti i cittadini italiani uguaglianza di trattamento in caso di povertà.
A causa dell’incapacità delle istituzioni nazionali di provvedere alla definizione dei livelli essenziali, diverse regioni hanno introdotto autonomamente schemi di reddito minimo garantito.

Nel nostro caso, la Regione dovrebbe essere parte attiva nella costruzione di un progetto di società inclusiva di tutti i soggetti che le dinamiche di mercato tendono ad escludere o ad includere parzialmente (sottoccupati, precari, ecc…). Questo obiettivo di carattere generale si declina nei seguenti obiettivi: a) di reinserimento nei circuiti lavorativi delle persone escluse o con forte precarietà/instabilità occupazionale e b) di contrasto della povertà degli individui e delle loro famiglie.
Quale può essere lo strumento per raggiungere questi obiettivi?
Un reddito mensile almeno in linea con la soglia di povertà relativa garantito per un periodo massimo di tempo da stabilire ad un certo numero di persone (destinatari potenziali): che possiedono per tutto il periodo di erogazione una serie di requisiti soggettivi (disoccupazione, precariato, inoccupazione; età compresa tra un minimo ed un massimo; reddito e patrimonio ovvero ISEE non superiore ad una certa soglia, inclusi eventuali ammortizzatori sociali) e che dimostrano una disponibilità al reinserimento occupazionale (l’iscrizione alle liste di disoccupazione e la presa in carico da parte dai centri per l’impiego; l’accettazione di almeno un’offerta di lavoro ogni 3 presentate se congrue) ovvero al reinserimento sociale (la partecipazione a iniziative di recupero dell’autonomia; l’inserimento in programmi di tutela della salute o riabilitativi).

In un periodo di forte aumento della disoccupazione o dell'occupazione precaria, una forma di sostegno al reddito, condizionata come sopra, consente anche di far ripartire i consumi interni e, quindi, l'economia della nostra regione.