La Segreteria
del Partito Democratico apprende delle iniziative attuate dal gruppo promotore
del Progetto École VDA volte al
richiedere l’attivazione, su territorio regionale, di una scuola plurilingue
caratterizzata da una didattica veicolata dall'inglese e dal francese per l’80%
e dall'italiano per il 20%. Si tratta di un’iniziativa per la quale si profila
fortissimo il rischio di incostituzionalità rispetto a quanto stabilito dal
nostro Statuto Speciale in tema di parità tra lingua italiana e lingua
francese. Tuttavia riteniamo che tale iniziativa possa essere valutata come
salutare sollecitazione giacché i promotori intendono richiamare anzitutto
l’attenzione sulla imprescindibile necessità che in un contesto come la Valle
d’Aosta, in cui il bilinguismo è una fondamentale radice storico-culturale, si
mettano in atto precise strategie di tutela e di valorizzazione di tale
patrimonio. In effetti tale richiesta di una più piena valorizzazione delle
competenze orali e scritte in lingua francese non contraddice, ma anzi conferma
i rilievi più volte nello stesso senso espressi dalle ricerche e dai rapporti
commissionati dalla Sovrintendenza agli Studi della Valle d’Aosta: preoccupa infatti
l’abbassamento - registrato dalla Struttura Regionale per la Valutazione del
sistema scolastico della Valle d’Aosta (SREV) - nelle competenze in Lingua
Francese in alcuni settori dell’istruzione superiore di secondo grado (Istituti
Tecnici e Professionali), specie se comparate con paesi francofoni come Belgio,
Canada e Svizzera.
Secondo la Segreteria del Partito Democratico VdA, oggi l’attenzione
delle istituzioni, della politica, del personale scolastico, delle
Organizzazioni Sindacali e dei numerosi cittadini cui stanno a cuore le sorti
della scuola pubblica nella nostra Regione dovrebbe concentrarsi sui punti drammaticamente
cruciali dal punto di vista didattico per la scuola Valdostana: crescita della
dispersione scolastica; diminuzione del numero di giovani che ottengono un
diploma di scuola superiore; abbassamento dei risultati degli alunni valdostani
nelle rilevazioni nazionali (Invalsi) e in quelle internazionali (OCSE Pisa). A
nostro avviso una riduzione dell'insegnamento della grammatica italiana, quale
necessariamente scaturirebbe dalla proposta del Progetto Progetto École VDA, non farebbe che aggravare un quadro già critico
recando oltretutto pregiudizio alle future capacità dei nostri figli nel mondo
del lavoro dal momento che l'insegnamento di importanti materie come la storia,
la matematica o la geografia in lingue non perfettamente padroneggiate non
consentirebbe di raggiungere gli standard educativi richiesti a livello europeo.
Infine
un’ulteriore considerazione: in tempi in cui gli investimenti nel settore
dell’Istruzione sono diminuiti sensibilmente, come consta tra l’altro dalla
diminuzione dei fondi stanziati a comporre le dotazioni delle diverse
istituzioni scolastiche e dall'amara presa d’atto della prassi della non monetizzazione delle ferie non godute per il personale precario, non pare
saggio né opportuno dare avvio ad un costoso progetto come quello prospettato
dai promotori.
La Segreteria
del Partito Democratico crede purtuttavia opportuno cogliere questa occasione
per sottolineare la necessità di un potenziamento delle competenze orali e
scritte in lingua francese per la popolazione scolastica valdostana, attraverso
progetti, però, oculati e ben ponderati nelle loro finalità didattiche. A tale
proposito facciamo rilevare che il rapporto tra italiano e francese nelle
scuole valdostane è regolato non sull'onda di suggestive proposte del momento,
ma dai fondamentali articoli 39 e 40 del nostro Statuto Speciale del 1948. È
altresì vero però che la definizione di come italiano e francese interagiscono
in concreto nelle aule scolastiche della nostra Regione e gli adattamenti delle
richieste della scuola italiana alle esigenze socio-culturali e linguistiche
della Valle d’Aosta in realtà non videro la luce che solo molti anni dopo: nel
1983 furono approvati gli adattamenti per la scuola materna, nel 1988 quelli
per la scuola elementare, tra il 1986 e il 1994 quelli della scuola media. Si è
trattato, come è evidente, di un percorso piuttosto accidentato che necessita evidentemente
di un aggiornamento e ammodernamento (la scuola italiana negli ultimi trent'anni è molto cambiata, prima di tutto nei nomi!). D'altronde urge anche che si completi quel percorso iniziato trenta anni fa riempiendo il vuoto normativo
riguardante le scuole superiori di secondo grado.
Chiediamo
perciò al neo-Assessore Rini se intenda mettere mano alla questione ed
eventualmente quali modalità di intervento pensi di adottare. Auspichiamo
altresì che possa crearsi un utile dibattito tra personale scolastico,
Organizzazioni Sindacali, forze politiche e cittadini in merito alle sorti
della scuola valdostana, nella speranza che su un tema così vitale per il
futuro della nostra Regione si vada al di là delle solite polemiche pretestuose
legate all'oggi e dimentiche del domani.
La segreteria del Partito Democratico della Valle d'Aosta