Il dibattito che si sta sviluppando sulle elezioni europee sembra viziato da un equivoco di fondo.
In chiave europea queste elezioni saranno determinanti per i futuri equilibri del continente perché, per la prima volta, i cittadini europei potranno non solo scegliere i loro rappresentanti ma anche individuare direttamente il candidato alla carica di Presidente della Commissione europea. La crisi economica degli ultimi anni è stata affrontata con una visione prevalentemente incentrata sul lato del contenimento del debito senza una vera assunzione di responsabilità europea, come il caso della Grecia ha dimostrato. Le conseguenze di tale impostazione economica sta facendo crescere un sentimento antieuropeista che, partendo da una contestazione anche giusta alle politiche di rigore degli ultimi anni, persegue obiettivi sbagliati come l’uscita dalla moneta unica e al tempo stesso alimenta sentimenti xenofobi.
In chiave nazionale questo appuntamento elettorale si pone il duplice obiettivo di legittimare il governo Renzi, che in questo periodo ha assunto la guida del Paese, e di ottenere un numero di eurodeputati tali da far risultare il PD il primo partito dentro la famiglia dei Socialisti e Democratici europei con la possibilità di incalzare efficacemente il futuro presidente della Commissione europea, soprattutto se questo sarà Martin Shulz.
In questa situazione politica
anche la Valle d’Aosta può giocare un ruolo importante se si pone l’obiettivo
di contribuire concretamente all’elezione di un eurodeputato valdostano che si
collochi in un contesto europeista in linea con la tradizione della nostra
storia autonomista.
La segreteria
nazionale del PD ha manifestato il suo assenso a concedere l’apparentamento con
una lista della minoranza linguisitica purché il sostegno a questa lista sia il
più ampio possibile, non solo perché i voti così raccolti confluiscono nella
lista nazionale del PD ma anche perché tale meccanismo potrebbe far scattare un
eurodeputato in più nella circoscrizione nord-ovest mediante il meccanismo dei resti più alti.
Non si può quindi che ribadire la validità e la
centralità dell’attuale coalizione autonomista, democratica e progressista
comprendente oltre al PD della Valle d’Aosta anche l’ALPE e l’UVP: se le finalità sono quelle di cui sopra, tale coalizione diventa il motore e la base
sulla quale costruire un percorso condiviso per le elezioni europee, che deve
necessariamente potersi aprire anche al contributo di altri partiti e movimenti
politici se l'intenzione è quella di eleggere un eurodeputato
valdostano. E' evidente che tale eurodeputato dovrebbe iscriversi al gruppo dei Socialisti e Democratici, facendo una chiara e netta scelta di campo.
Diversamente, diciamolo chiaramente, non si guarda all'interesse della Valle d'Aosta ma ai propri interessi personali e le elezioni diventano l'ennesima occasione per contarsi senza ottenere alcun risultato concreto. Se bisogna contarsi, essendo evidente che la sola coalizione autonomista progressista non ha i numeri sufficienti per eleggere l'eurodeputato, allora tanto vale che il PD corra da solo con il suo simbolo: rinunciare a quest'ultimo infatti ha senso solo se l'obiettivo è alto e finalizzato al bene della Valle d'Aosta.
Portare un valdostano a Bruxelles non credo proprio che possa considerato una larga intesa! Le #largheintese si fanno per governare non certo per eleggere un deputato.
Perché così tanta paura di trovare alcuni punti qualificanti all'interno della coalizione Alpe, Uvp e Pd, individuare un candidato di alto profilo e che è al di fuori dalle piccole beghe locali e andare a verificare se può ottenere l'appoggio di uno schieramento più ampio di quello che oggi è all'opposizione in Regione?
E' ormai un anno che la politica valdostana è chiusa su se stessa mentre la crisi aumenta e le difficoltà crescono.Occerrerebbe forse avere un po' più di umiltà per capire che serve uno sforzo congiunto per uscire da questa crisi che sta già cambiando in profondità anche la nostra realtà.
Intanto, il M5S, che condivide con noi l'opposizione al governo regionale, ha deciso di andare comunque per conto suo portando in Europa la richiesta di uscire dalla moneta unica (e davvero non capisco che vantaggio potrebbe portare alla Valle d'Aosta), mentre alcuni amici che erano nella lista PD-Sinistra Vda alle ultime elezioni regionali hanno già avviato la raccolta delle firme per presentare la lista Tsipras. Quale sarà il risultato? Secondo il mio modesto parere, tale scelta non potrà che produrre una dispersione di voti e dare una mano alla Merkel. Infatti i voti sottratti al PD dalla lista Tsipras non faranno altro che confermare ancora una volta primo partito europeo il PPE della signora Merkel sprecando l'ennesima occasione per cambiare questa politica rigorista.
Certo, capisco che è più semplice fare politica con slogans e portarsi "la claque" che ti applaude ad ogni intervento piuttosto che misurarsi sul piano del ragionamento politico, ma io sono convinto che in questo momento storico debba prevalere il ragionamento rispetto all'insulto gratuito e all'affermazioni di posizioni ideologizzate.
Tutto il mio sforzo, per quanto possibile, è stato e resta orientato a lavorare per il bene della Valle d'Aosta.
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